giovedì 15 dicembre 2016

NOVELLA N.CXV

                                          NOVELLA  N.CXV
Dante Alighieri, sentendo un asinaio cantare il suo libro e dire<< Arri>>,lo colpì, dicendo <<Questo non ce lo misi io>>. Il resto andò come racconta la novella.
                                        
La novella appena raccontata mi spinge a narrarne un’altra , sempre dell’illustre poeta, che è breve ed è bella.
Un giorno andando Dante a zonzo per la città di Firenze e portando la fascia al collo e un bastone, come allora si usava, si scontrò con un asinaio, il quale portava avanti dei carichi di spazzatura. L’asinaio andava dietro agli asini, cantando il libro di Dante. Dopo che ne aveva cantato un pezzo, toccava l’asino e diceva <<Arri>>.
Scontratosi con lui, Dante, con il bastone, gli diede una gran bastonata sulle spalle e disse << Questo “Arri” non ce l’ho messo io>>.
L’asinaio, che non sapeva che si trattava di Dante, né perché l’avesse colpito, per dispetto toccò con forza gli asini e disse << Arri, Arri>>. Quando si fu allontanato un poco, si volse verso Dante, gli cacciò la lingua e con la mano gli fece un  gestaccio e gli disse << togliti>>.
Dante, visto ciò, rispose << Io non ti darei una delle mie parole in cambio di cento delle tue>>.
O dolci parole piene di saggezza. Sicuramente molti altri sarebbero corsi dietro all’asinaio gridando e imprecando, altri gli avrebbero gettato delle pietre. Il saggio poeta confuse l’asinaio, avendo lode da qualcuno che era lì intorno e aveva udito le parole molto prudenti, che egli disse contro un uomo così villano come l’asinaio.
                                           
                                                   



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