NOVELLA N. XXV
Messer Dolcibene, per sentenza del capitano di Forlì, castra
un prete e poi vende i testicoli per lire 24 di bolognini.
Di fronte alla seguente novella che ora voglio narrare,
quella di prima fu soltanto uno scherzo.
Un giorno arrivò a Forlì, di cui era signore messer Francesco
degli Ardalaffi, messer Dolcibene. Il signore voleva, per una esecuzione ,far
castrare un prete, ma non trovava nessuno che lo sapesse fare. Messer Dolcibene
disse che l’avrebbe fatto lui. Il capitano fu d’accordo e fu stabilito così.
Dolcibene fece preparare una botte, la sfondò da uno dei due lati e la mandò
nella piazza dove fece condurre il prete.
Egli stesso si recò sul luogo con un rasoio e un borsellino.
Entrambi giunsero in piazza ,dove si era recata per vedere gran parte degli
abitanti di Forlì.
Messer Dolcibene,avendo fatto togliere le mutande al prete,
lo fece salire a cavalcioni sulla botte e gli fece mettere i “sacri” testicoli
nel buco del legno. Fatto ciò entrò da sotto nella botte, e, tagliata la pelle,
tirò fuori i testicoli, li mise nel borsellino e poi in un carniere, pensando,
furbo com’era, di ricavarne un buon guadagno, come avvenne.
Il prete sofferente, tolto dalla botte, fu portato in gabbia,
dove si fece curare per un po’ di tempo, mentre il capitano era tutto
soddisfatto.
Dopo alcuni giorni, un cugino del prete ,in segreto, andò da
messer Dolcibene pregandolo caldamente di ridargli i testicoli, perché non se
ne sarebbe pentito. Il prete “capponato” senza di essi non poteva dir messa. Il
nostro furbone, aspettando questa visita, li aveva ripuliti e asciugati, e,
dopo un lungo mercanteggiare, ottenne in cambio lire 24 di bolognini.
Fatto ciò raccontò con grande allegria al capitano che aveva
venduto tale mercanzia. Non si può immaginare le risate che si fece il
capitano.
Alla fine per divertimento e non per avidità il capitano
disse che voleva quei denari perché i “granelli” appartenevano a lui. Tanto
discussero che alla fine messer Dolcibene ricavò per sé lire 12 di bolognini,
dando la metà al capitano.
Alla fine , il prete rimase con “i granelli” amputati, per
uno dei quali il capitano ebbe lire 12 e l’altro ,con altrettante lire, l’ebbe
messer Dolcibene.
Questo fu proprio un bello e originale mercanteggiare. Il
mondo sarebbe molto migliore se avvenissero spesso cose del genere; se i testicoli
fossero tagliati a tutti e, ricomprandoseli, fossero tutti danneggiati e poi se
li portassero nel borsellino. Così almeno gli uomini non giungerebbero a tanto,
non sparlerebbero delle mogli altrui, non terrebbero nascoste le loro donne,
chiamandole chi amiche, chi mogli, chi cugine. Non battezzerebbero i figli che
nascono ,come loro nipoti, non vergognandosi di riempire i luoghi sacri di
concubine e di figli nati da una tanto grande lussuria.
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