NOVELLA N. XXI
Basso della Penna, in punto di morte, lascia ,in maniera
insolita, ogni anno un paniere di mele marce alle mosche e spiega la ragione,
perché lo fa.
Ora racconterò la novella delle mele marce, l’ultima impresa
di Basso, prima di morire. Egli era in punto di morte in piena estate e la
pestilenza era talmente contagiosa che la moglie non si accostava più al
marito, il figlio fuggiva il padre, il fratello stava lontano dal fratello.
Vedendosi abbandonato da tutti lo sventurato chiamò il notaio e gli fece
scrivere che i suoi figli ed eredi ogni anno, nel mese di luglio, dovessero
portare un paniere di pere marce alle mosche, in un luogo da lui indicato.
Il notaio pensò ad uno scherzo, ma Basso disse <<
Scrivete come vi dico. Poiché in questa malattia mi hanno abbandonato tutti,
parenti ed amici, tranne le mosche, essendo loro obbligato, voglio fare loro un
lascito che Dio certamente apprezzerà. E poiché siate certo che non sto
scherzando e dico davvero, scrivete che se non faranno ciò ogni anno, li
diseredo e lascio tutti i miei averi al tale ordine religioso>>. Il
notaio scrisse così e questo fu il modo del Basso di disobbligarsi verso questo
animaletto.
Poco dopo, essendo ormai l’uomo sul punto di morire, si recò
da lui una sua vicina di nome Donna Buona e gli disse << Basso, Dio ti
salvi, sono la tua vicina monna Buona>>.
Egli la guardò a fatica e con un fil di voce rispose <<
Oggi muoio contento, perché in 80 anni di vita non ne trovai mai una (donna)
buona>>.
Tutti intorno cominciarono a ridere e tra queste risate egli
poco dopo morì.
Della sua morte ci addolorammo io e molti altri che vivevano
a Ferrara, perché era un tipo molto divertente e simpatico. E non fu divertente
la sua trovata verso le mosche? E fu anche un gran rimprovero per la sua
famiglia. Spesso infatti capita che non solo i figli non rischiano la vita per
i loro padri, ma anzi desiderano la loro morte per essere più liberi.
Nessun commento:
Posta un commento